L’anno 1978 si è rivelato un periodo cruciale nella storia iraniana, un anno in cui l’eco del malcontento ha iniziato a risuonare nelle strade di Qom, una città santa per i musulmani sciiti. Questa città, con le sue moschee millenarie e i suoi seminari religiosi, divenne il palcoscenico della Protesta di Qom, un evento che avrebbe segnato profondamente il corso della rivoluzione iraniana.
Qom è nota come centro del pensiero religioso e filosofico islamico in Iran. Le proteste iniziarono in risposta a un articolo pubblicato sul giornale “Ettela’at”, organo ufficiale del governo dello Shah Mohammad Reza Pahlavi, che denigrava la figura di Ayatollah Khomeini, leader spirituale dell’opposizione islamica iraniana, costretto all’esilio in Iraq.
L’articolo, percepito come un attacco diretto alla religione e alle credenze dei musulmani sciiti, provocò una furiosa reazione nella comunità religiosa di Qom. Gli studenti seminari, indignati dall’offesa ricevuta, iniziarono a protestare pacificamente nelle strade della città. Il loro grido era semplice ma potente: “Morte allo Shah!”
Le autorità iraniane reagirono con durezza, inviando forze di sicurezza per reprimere le manifestazioni. Le strade si trasformarono in un campo di battaglia, con scontri violenti tra i manifestanti e la polizia. La brutalità delle forze dell’ordine, che usarono la forza indiscriminata contro gli studenti inermi, suscitò ulteriore indignazione popolare.
L’evento, inizialmente limitato a Qom, si diffuse rapidamente in altre città iraniane come Teheran, Mashhad e Shiraz. La Protesta di Qom si trasformò in un simbolo di resistenza contro il regime dello Shah, una fiamma che accese la rabbia popolare contro l’autoritarismo e la repressione.
Cause: Un Mix Esplosivo di Incontentabili
Le proteste a Qom non furono un evento isolato, ma la conseguenza di un lungo periodo di tensione sociale e politica. L’Iran sotto lo Shah era caratterizzato da una profonda disparità sociale, con una piccola élite che godeva di immensi privilegi mentre la maggior parte della popolazione viveva in condizioni di povertà.
La modernizzazione forzata imposta dallo Shah, spesso accompagnata da un disprezzo per le tradizioni religiose e culturali iraniane, aveva suscitato crescente resistenza tra ampi strati della società. L’opposizione politica era silenziosa, ma il malcontento fermentava sotto la superficie.
Ayatollah Khomeini, un carismatico leader religioso che denunciava apertamente le politiche del regime, divenne una figura di riferimento per i dissidenti. La sua predicazione incitava all’unità e alla resistenza contro lo Shah, presentandolo come un tiranno manipolato dagli interessi stranieri.
L’articolo pubblicato su “Ettela’at” fu la scintilla che accese il fuoco: un atto di arroganza percepito come un attacco diretto alle credenze religiose di milioni di iraniani.
Conseguenze: La Rivoluzione Iraniana, una Nuova Era per la Nazione
La Protesta di Qom fu un evento cruciale nella storia dell’Iran moderno.
- Accelerò il declino del regime dello Shah: Le proteste dimostrarono la fragilità del regime e l’ampiezza del malcontento popolare.
- Rafforzò la leadership di Ayatollah Khomeini: Il suo appello all’unità e alla resistenza trovò una risposta immediata nel popolo iraniano, consolidando la sua posizione come leader indiscusso della rivoluzione.
- Aprì la strada alla Rivoluzione Iraniana: L’evento a Qom fu il precursore di altri moti popolari che avrebbero portato alla caduta dello Shah nel 1979 e all’instaurazione della Repubblica Islamica dell’Iran.
La Protesta di Qom rappresenta un momento fondamentale nella storia dell’Iran, un esempio di come la resistenza pacifica possa trasformarsi in una potente forza di cambiamento sociale. Il grido di quei studenti seminari, “Morte allo Shah!”, risuona ancora oggi come un monito contro l’oppressione e una celebrazione della lotta per la libertà e la giustizia sociale.
La Protesta di Qom ha dimostrato che anche una scintilla può accendere un incendio, e che il potere del popolo, quando si unisce in nome di un ideale comune, è capace di abbattere le più solide mura.